Ieri il Ministro delle Infrastrutture Delrio ha avuto la faccia tosta di dire che “con l’approvazione della riforma costituzionale si smetterà di avere due differenti situazioni dei trasporti tra nord e sud”. Lo ha detto in Basilicata, una regione disconnessa dal resto d’Italia e d’Europa per effetto degli indici di dotazioni infrastrutturale più bassi del Paese. I dati del sistema ferroviario in Basilicata, come dimostrato dall’ultimo rapporto Pendolaria della Legambiente, sono estremamente negativi, con un’età media dei treni di quasi 24 anni e taglio ai servizi del 19%.
Anche il resto del Sud Italia non se la passa bene: tra il 2010 e il 2015 il taglio dei servizi ferroviari è stato pari al 26% in Calabria, 15% in Campania, 12% in Sicilia. Inoltre, è stato calcolato che per garantire un pieno ristoro dei tagli intervenuti negli ultimi anni, il Fondo del Trasporto Pubblico dovrebbe essere elevato dagli attuali 4.850 milioni di euro (-75 milioni rispetto al 2015) a 6.330 milioni di euro.
Ma davvero è colpa della Costituzione se i trasporti nel Sud Italia non funzionano e sono carenti? Davvero è colpa della Costituzione se il Fondo del Trasporto Pubblico Locale viene ogni volta ridimensionato e le Regioni non riescono a raggiungere gli obiettivi stabiliti? E’ colpa della Costituzione se i pendolari devono fare ogni volta i salti mortali per viaggiare su treni decenti?
L’oltraggioso spot referendario vuole far credere che serva una maldestra riforma costituzionale per rendere più efficienti i collegamenti ferroviari del paese, dimenticando che è lo stesso Governo ad aver deciso di lasciare sempre più spazio a RFI, limitando il potere d’indirizzo riconosciuto un tempo allo Stato e al Parlamento.
Di fatto, grazie a Renzi, mentre prima lo Stato nel destinare le risorse specificava anche quali interventi privilegiare, come ad esempio il miglioramento del servizio nei treni intercity, ora è divenuto un mero ratificatore di decisioni prese dal gestore dell’infrastruttura e determinate dunque solo dalla logica dei ricavi e dei guadagni.
La più redditizia AV, con la complicità del governo Renzi, ha assunto priorità assoluta a scapito di tutta quella grande rete ferroviaria secondaria che serve tantissimi pendolari e utenti che andrebbe migliorata sia in termini di qualità del servizio che di quantità. Il nuovo piano industriale FS lo dimostra.
Se a questo aggiungiamo che il Governo ha avviato le pratiche per privatizzare (svendere) fino al 40% delle Ferrovie dello Stato, capiamo bene che la riforma costituzionale c’entra davvero poco con i trasporti.
Le balle referendarie arriveranno a dire che “con la riforma, i treni arriveranno in orario”?
Mirella Liuzzi – Portavoce del M5S alla Camera
2 Comments
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Inoltre hanno intenzione di fondere F.S. con ANAS!
Due carrozzoni con gravi problemi, che fanno attività completamente diverse, aggregati in un unico Soggetto!
Un calderone che può servire solo a nascondere qualcosa!
Meditiamo cittadini.
G.Mazz.
P.S.: Inoltre le Ferrovie dello Stato vogliono rilevare le Ferrovie Greche.
Altra assurdità. Anziché investire i capitali sulle ns. linee locali(vedi il disastro in Puglia) si va ad investire all’estero.
Sono pendolare di Abbiategrasso (Mi) coordinatore Team S9 ultimo km.Vorrei incontrarla a Roma lun.14 p.v. sarò in RFI per lsvoro)…RIF.M5S M.Mouslin e A.Varamo…mio cell.340.1763616…grazie e buon lavoro P.Z.