Giornalista o artista? Le tra le due figure professionali le differenze per peculiarità e competenze sono evidenti. Ma quando si tratta di Rai, di stipendi e par condicio (la normativa che deve garantire nei programmi Rai la parità di trattamento a tutti i soggetti politici in campagna elettorale), i connotati che differenziano un artista da un giornalista diventano labili per convenienza! Infatti se si parla di tetto massimo dello stipendio di 240mila euro per i giornalisti Rai, i volti noti del servizio pubblico si trasformano magicamente in artisti percependo stipendi milionari. Ma se parliamo di campagna elettorale e di par condicio, ecco che allora Bruno Vespa e Fabio Fazio svestono i panni dell’artista e si trasformano in giornalisti.
E qui la domanda è lecita: perché chi ha fatto la scelta di superare il tetto stipendiale dei 240mila euro con un contratto da artista ora deve avere il ruolo di giornalista in campagna elettorale?
Ecco perché, nell’ambito della delibera sulla par condicio che è stata votata oggi in Commissione di Vigilanza Rai, abbiamo chiesto che chi intervista i politici durante la campagna elettorale debba avere un contratto come giornalista in Rai o che sia almeno un giornalista iscritto all’ordine. Posizione, quest’ultima, condivisa anche dalla dalla giornalista di rai 3 Lucia Annunziata che nei giorni scorsi ha dichiarato “se la Commissione parlamentare di Vigilanza autorizza la presenza in video, durante la par condicio, anche dei conduttori con contratti artistici (e non giornalistici) commette una violazione della legge che riserva ai giornalisti le trasmissioni elettorali e prende a sberle centinaia di giornalisti del servizio pubblico”. Inoltre come relatore di minoranza, ho presentato anche altri emendamenti di cui uno che di fatto avrebbe “vietato” i programmi di infotainment in campagna elettorale e un altro che avrebbe stabilito che le interviste ai politici in par condicio non potessero essere realizzate da chi ha un contratto di natura artistica.
Purtroppo le nostre proposte sono state respinte dagli stessi partiti che, in maniera incoerente, il giorno prima criticavano chi aveva deciso di guadagnare 1,2 milioni di euro (Vespa, con taglio del 30%) e 2,2 milioni di euro (Fazio) e il giorno dopo non hanno avuto il coraggio di votare le nostre proposte.
Chi ha deciso di superare il limite di stipendio di 240mila e di essere un artista invece di un giornalista e aggirare la legge, non può adesso cambiare le carte in corsa e diventare magicamente un giornalista durante la par condicio. Insomma, tra artisti o giornalisti, alcuni preferiscono essere dei più versatili trasformisti!
Mirella Liuzzi – Portavoce M5S alla Camera
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