In riferimento agli articoli di oggi pubblicati da alcuni quotidiani, ci preme derubricare quanto esposto sui quotidiani di oggi circa presunti riassetti con tanto di nomi e provenienze nell’ordine del fantaRai o se preferite nel mero esercizio stilistico.
Per il M5S le nomine ubbidiranno esclusivamente al merito e non alle cordate di partito: le quote 5stelle non esistono e allo stesso modo strampalati appelli per affidare a determinati personaggi la direzione del Tg1 sono quanto di più lontano dal principio di indipendenza dalla politica che deve essere osservato. Le scelte saranno equilibrate e intelligenti, a differenza di quanto fatto da chi ci ha preceduto. Dunque non ci saranno consiglieri, direttori o vicedirettori appartenenti ad aree politiche.
Alla luce di questo, suona decisamente anacronistico leggere parole come “lottizzazione” e “occupazione”, termini estranei alla nuova grammatica istituzionale sancita dal contratto di governo proprio in riferimento alla Rai. L’associazione nomi-poltrone-correnti per la designazione del Cda Rai è stata per anni la traduzione distorta del pluralismo inteso come la spartizione di un feudo secondo canoni cencelliani. Bene, è finito il tempo della Rai piegata alle pressioni politiche del governo di turno e la designazione di un Cda finalmente indipendente ne sarà la prova.