31 Gennaio 2023

La vicenda di Cospito: dallo sciopero della fame allo scontro politico

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Dopo l’arresto del boss Matteo Messina Denaro, una delle notizie che più sta interessando l’opinione pubblica e i media, è la vicenda di Alfredo Cospito, l’anarchico insurrezionalista al momento detenuto in regime di 41bis. La vicenda ha acquistato ancor più clamore ed interesse dopo gli attentati che si sono verificati in Europa e in alcune città italiane ed è divenuto argomento di scontro politico per l’intervento del parlamentare di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. 

Chi è Alfredo Cospito

Considerato uno dei leader della FAI (Federazione anarchica informale), nel 2012 viene arrestato per la gambizzazione dell’AD di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi. Durante la sua detenzione, viene accusato anche del tentato attentato nel 2006 contro la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano (Cuneo). Attentato che fortunatamente non causò né morti né feriti, nonostante le intenzioni chiare di attirare le forze dell’ordine durante il primo scoppio e colpirli in seguito con una seconda bomba. Per questa azione è stato condannato dalla Corte di Appello a 20 anni di detenzione con l’accusa di strage, ma la Cassazione ha evidenziato l’aggravante di strage contro la sicurezza dello stato. Per questa ragione, oltre al regime di ergastolo ostativo, dal 4 maggio 2022, Cospito è sottoposto al regime di carcere duro, il 41 bis.

Situazione attuale

Cospito è in sciopero della fame dal 20 ottobre 2022, da oltre 100 giorni. Per via delle sue condizioni di salute, è stato chiesto il trasferimento con urgenza. Il 7 marzo è attesa la discussione in Cassazione sul ricorso del legale di Cospito contro il 41 bis.

Il dibattito politico

cospito visita pd

Da sin: Debora Serracchiani, Walter Verini e Andrea Orlando, che sono parte di una delegazione di parlamentari del Partito democratico nell’ambito di una visita in Sardegna per entrare nel carcere di Sassari, e verificare le condizioni di Alfredo Cospito, lì detenuto, Sassari, 12 gennaio 2023.
ANSA

Ad inizio anno, il dibattito politico sul tema era silente, quasi indifferente rispetto ad una vicenda così delicata, nonostante alcune interrogazioni parlamentari e molti appelli sui giornali. Il 12 gennaio una delegazione del Partito Democratico si reca in visita al carcere di Bancali di Sassari. “Il caso specifico pone un problema di carattere generale a reati che sono in parte diversi da quelli che hanno generato questo strumento amministrativo. E’ un tema da approfondire e valutare” dichiara Andrea Orlando dopo la visita. Dopo questa dichiarazione, da sponde politica, nient’altro da segnalare.

Le vicende degli ultimi giorni

Dopo gli attentati anarchici, il 28 gennaio la Presidente Meloni sceglie una dichiarazione prudente, esprimendo preoccupazione per la violenza degli attentati. Il Ministro della Giustizia, il più esposto sul tema, addirittura decide di non prendere una posizione, rimandando ad un vecchio comunicato stampa del 10 gennaio. Nel comunicato veniva sottolineato come il regime del 41 bis era stato firmato il 4 maggio 2022 dall’allora ministra Marta Cartabia e che la vicenda era seguita con la massima attenzione. In pratica uno scarica barile.

Nel pomeriggio del 29 gennaio arriva finalmente la presa di posizione di Palazzo Chigi: “Lo Stato non scende a patti con chi minaccia“, seguono dichiarazioni del Ministro Piantedosi e di alcuni esponenti politici di maggioranza. Alcuni sparuti membri dell’opposizione plaudono alla scelta e mentre altri semplicemente continuano a tacere.

Lo scoppio del caso politico

Arriviamo alla giornata di oggi, 31 gennaio: Fratelli d’Italia ha una posizione politica e può farla valere in Parlamento e in più è prevista nella giornata una conferenza stampa di ben tre Ministri del Governo sul caso Cospito.

Dopo mesi di silenzio, il centrodestra, nella figura di Giovanni Donzelli, decide che è il momento di alzare il tiro e di utilizzare questa notizia per creare un vero e proprio scontro politico. Lo fa nel modo più sguaiato e ingiustificato possibile, chiedendo a Montecitorio se il PD fosse dalla parte dello Stato o dei Terroristi, proprio per quella visita in carcere di alcuni esponenti del PD. Visita che come abbiamo visto, era avvenuta il 12 gennaio e nessun aveva avuto nulla da ridire per due settimane.

Sia chiaro, è prerogativa di un parlamentare fare visita ai carceri italiane e come abbiamo visto le dichiarazioni era tutto tranne che definitive.

Tornando allo sguaiato intervento, Donzelli ha avuto però un merito, quello di far venire allo scoperto le posizioni politiche che fino ad oggi era tatticamente ed ingiustificatamente silenti.