Di seguito il testo del mio intervento in occasione del “Huawei 5G Summit”
Sono particolarmente felice di essere presente a questo “5G Summit” e faccio i complimenti e ringrazio Huawei Italia per l’invito e per l’organizzazione di una giornata che sarà di certo spunto di proficuo confronto e collaborazione, sia per lo spessore del tema, sia per il prestigio e la rilevanza dei partecipanti che interverranno nel corso della mattinata.
Con l’avvento del 5G siamo alle porte di una trasformazione globale e radicale, un cambiamento di paradigma decisivo per lo sviluppo del sistema paese. Una grande opportunità per cui l’Italia avrà modo di recitare un ruolo da protagonista per la peculiarità di progetti e applicazioni che il 5G promette di veicolare.
La strettissima attualità delle reti di nuova generazione è al centro dell’attenzione del mondo della politica e degli stakeholders. Siamo – come ben sapete – alle battute finali di un’asta delle frequenze 5G che ha superato quota 5,8 miliardi di euro, ben oltre le più rosee aspettative per le casse dello stato.
Del resto la posta in palio è altissima: in ballo c’è il futuro e la vita quotidiana di utenti e consumatori e il core-business di telco, industria delle reti, sistemisti e utility. Un intero settore è pronto a mettersi in moto con nuovi servizi e applicazioni che oggi facciamo fatica perfino a immaginare ma che presto diventeranno una consuetudine.
L’impatto del 5G sull’economia mondiale sarà qualcosa di dirompente e rivoluzionario. Non è azzardato sostenere che le imprese del settore sono davanti a un crocevia storico per cui “o si fa il futuro o si muore”.
La GSMA – l’ente di riferimento mondiale dell’industria mobile – in uno studio pubblicato proprio la settimana scorsa, stima che il valore previsto dell’ecosistema mobile europeo entro il 2022 sarà pari al 4% del PIL della regione. Nel 2023 secondo un’altra ricerca dell’Ericsson Mobility, il complesso del sistema 5G tra reti, operatori e servizi varrà qualcosa come 4.600 miliardi di dollari, il 5% del pil mondiale.
Inoltre, il numero delle schede sim supererà quello delle persone con il traffico prodotto dai sensori dell’internet delle cose che sarà presto superiore a quello prodotto da utenti umani. Oggi abbiamo nel mondo 7,8 miliardi di connessioni mobili, in pratica una per ogni abitante della terra, tra cinque anni sempre secondo il report di Ericsson saranno 8,9 miliardi e di questi 1 miliardo saranno 5G. Questi sono gli scenari per cui è necessario intraprendere azioni normative adeguate per posizionare l’Europa come leader globale del 5G e stabilire un autentico mercato unico digitale europeo.
L’industria 4.0 – le cui applicazioni appaiono potenzialmente illimitate, così come potenzialmente illimitate sembrano le sue possibilità di crescita – avrà ricadute anche sul mercato del lavoro. Uno studio condotto per la Commissione europea con l’obiettivo di identificare e quantificare l’impatto del 5G e supportare la pianificazione strategica per l’introduzione della tecnologia in tutta Europa, ha calcolato che implementare la tecnologia mobile di nuova generazione 5G nell’Unione europea porterà alla creazione entro il 2025 di più di 2 milioni di nuovi posti di lavoro.
Gran parte delle nuove prospettive lavorative saranno legate al fatto che l’emergere delle reti di quinta generazione impatterà su diversi mercati verticali, abilitando per ciascuno lo sviluppo di differenti applicazioni grazie alle specifiche caratteristiche prestazionali garantite dal 5G. In questi mercati verticali rientrano – ad esempio – sanità e benessere, sicurezza e sorveglianza, energia, auto e trasporti, smart grid, education, learning, entertaiment. Tutti settori per cui esistono già dei casi di studio molto interessanti laddove il 5G è stato testato in progetti pilota.
A tal proposito vorrei un attimo soffermarmi sulla sperimentazione 5G che riguarda la mia città: Matera. Il 5 marzo scorso è stata accesa la prima antenna 5G in via Carlo Levi – a due passi dai Sassi – dando così il via al progetto BariMatera5G con cui Tim, Fastweb e Huawei si sono aggiudicate il bando di gara del MISE per la sperimentazione della nuova tecnologia 5G nelle due città.
Grazie ad un investimento di oltre 60 milioni di euro in 4 anni, Bari e Matera saranno fra le prime “città 5G” d’Europa nelle quali saranno sperimentati servizi innovativi in settori come la sanità, l’industria 4.0, il turismo, la cultura, l’automotive e la sicurezza pubblica.
Il progetto prevede investimenti sul territorio per oltre 60 milioni di euro nell’arco di quattro anni, vede la partecipazione – oltre alle 3 aziende capofila – di 52 partner di eccellenza, tra cui 7 centri universitari e di ricerca, 34 grandi imprese e 11 pubbliche amministrazioni.
La rete 5G realizzata a Bari e Matera consentirà una capacità trasmissiva 10 volte superiore a quella del 4G e la sperimentazione metterà in campo oltre 70 use-cases, determinando una radicale trasformazione dei territori coinvolti con la realizzazione di progetti per la ricostruzione virtuale di siti archeologici e musei e la nascita di autentici geomusei virtuali. Tutti aspetti parecchio affascinanti dello sviluppo del 5G come abilitatore di processi impensabili che sembrano venir fuori da un libro di fantascienza, un elenco sterminato di applicazioni con combinazioni di tecnologie che daranno vita a nuovi settori e ne trasformeranno di vecchi all’insegna dell’efficienza. Ad esempio, oltre alle nuove esperienze di turismo immersivo grazie alla realtà virtuale, penso all’auto a guida autonoma come possibili killer application del 5G.
Dobbiamo essere bravi a cavalcare quest’onda e tutte le sue potenzialità senza però esserne travolti. Una nuova tecnologia pone sempre delle sfide inedite spostando più in alto l’asticella del progresso ed è vero che non ogni cambiamento rappresenta un progresso ma è altrettanto vero che il progresso passa sempre dal cambiamento.