“La nostra astensione è stata dettata dalla volontà di avere una seria legge sulla diffamazione che protegga per davvero chi fa una reale informazione al servizio dei cittadini. Il giornalismo deve essere responsabile, ma non può sentirsi minacciato dal potere economico e politico. Esprimiamo soddisfazione per i nostri emendamenti accolti e ci auguriamo che nella definitiva lettura al Senato si accolgano ulteriormente le nostre tesi per avere un voto favorevole”.
I membri M5S della commissione Giustizia e Mirella Liuzzi, prima firmataria del testo abbinato sottolineano che: “Un giornalista non può andare in carcere perché svolge il proprio lavoro. Volevamo maggior coraggio sulle liti temerarie estese anche a tutti i cittadini, così da evitare un abuso della legge continuo, tipico dei grandi potentati economici e politici. Abbiamo evitato che la stessa legge si applichi ai blog e alla rete, a difesa della piena libertà di espressione che riteniamo fondamentale. Noi crediamo che i giornalisti, soprattutto quelli precari e senza contratti decenti, devono scrivere con maggiore serenità le proprie inchieste e faremo di tutto perché il testo finale abbia questo punto come suo fondamento”.