ROMA, 4 marzo – “Tra le numerose nomine discutibili, se non peggio, del Governo Renzi va inclusa anche quella del sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, già presidente della Regione Basilicata, indagato nel procedimento “Rimborsopoli” e autore di un’intervista al Corriere della Sera, datata primo marzo, nella quale parla di un ‘patto’, di ‘un accordo che Letta conosceva da vicesegretario e poi da premier’.
Lo dichiara il Gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera.
“De Filippo – lettiano di ferro – nell’intervista motiva la sua partecipazione al governo renziano parlando di un patto di cui chiarisce solo parzialmente la natura, dal momento che afferma: ‘alle politiche del 2013 mi sono candidato in una posizione non utile e sono risultato il primo dei non eletti…’”.
“Cosa intendeva dire, esattamente, De Filippo? Siamo ancora una volta di fronte a un caso di spartizione partitocratica che non tiene in alcun conto qualità e trasparenza, ma solo logiche di appartenenza e scambio di favori tra amici. Affermazioni di questo tipo devono essere chiarite in Parlamento e all’opinione pubblica.
Inoltre il sottosegretario alla Salute ha parlato della Basilicata come di ‘una delle poche regioni non indebitate’ anche perché ‘ho lottato contro gli sprechi’. Tutto vero, se non fosse che la sanità non è un’azienda che deve solo far quadrare i conti, ma deve in primis offrire servizi. Nella regione nella quale De Filippo è stato presidente per otto anni vi sono grandi difficoltà, riguardo all’accesso all’assistenza domiciliare e alle cure, dovute alla carenza di strutture specializzate. In tutta la regione, ad esempio, esiste un solo centro oncologico. Altro problema della sanità lucana è quello legato ai collegamenti: raggiungere le strutture sanitarie è problematico, vista l’arretratezza del sistema viario e ferroviario.
Infine, da anni nella regione avviene un continuo ricambio del personale medico e paramedico dovuto al fatto che gli operatori, molto spesso provenienti da altre regioni, ricevendo scarsi incentivi economici, in capo a qualche anno preferiscono trasferirsi. La conseguenza è che il tessuto sanitario regionale è sottoposto ad un eccessivo turn over.
Tutti questi fattori, messi a sistema, contribuiscono a far comprendere che la sanità lucana è in attivo non perché virtuosa, ma in ragione del fatto che fornisce un servizio minimale”.