Roma, 4 febbraio 2016 – Tre milioni di euro per soli nove mesi di lavoro. È la buonuscita che ha percepito l’ex direttore di Fincantieri Andrea Mangoni, annunciata in un comunicato dalla stessa società il 31 dicembre 2015. Quali le ragioni? È quanto hanno chiesto i parlamentari del M5S, Mirella Liuzzi, Diego De Lorenzis, Daniele Pesco e Alessio Villarosa con un’interrogazione – a prima firma Liuzzi – indirizzata al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). I pentastellati hanno presentato anche un esposto alla Corte dei Conti per accertare che dietro il cospicuo TFR di Mangoni non vi sia uno spreco di risorse pubbliche.
«La Fincantieri S.p.A., uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo, è un’azienda pubblica italiana controllata per il 72,5% da Fintecna S.p.A., finanziaria del MEF. In un Paese in cui la spending review impone sacrifici all’Italia intera, è inaccettabile che un dirigente venga congedato con una somma spropositata, chiaramente, a carico dei contribuenti. Il comunicato di fine anno della Fincantieri ha scatenato la rabbia di quei lavoratori che, a detta dei sindacalisti, nel 2015 hanno subito una decurtazione mensile dello stipendio tra gli 80 ed i 110 euro. Abbiamo chiesto quindi al Governo che sia fatta chiarezza sul caso e che si provveda anche ad una normalizzazione contrattuale e retributiva dei lavoratori; inoltre abbiamo ritenuto opportuno presentare un esposto alla Corte dei Conti per accertamenti su eventuale danno erariale” ha dichiarato Mirella Liuzzi».