Il 17 marzo ad un incontro-dibattito organizzato a Marsico Nuovo (PZ) sul Pozzo Pergola 1, il Presidente della Regione Basilicata, avatar di suo fratello Pittella, è stato contestato da alcuni cittadini ed associazioni ambientaliste che non avevano gradito l’incontro-monologo sulle perforazioni petrolifere assieme ai dirigenti ENI (sull’argomento, abbiamo presentato un mese fa un’interrogazione).
Anche il M5S era presente, ma non voleva affatto far andare via il Presidente, ma bensì porre degli interrogativi ha raccontato il nostro portavoce alla Regione Gianni Leggieri.
Qualche ora dopo, il Presidente, così commentava sui social network: «Mi dispiace per come sia andato a finire l’incontro con la cittadinanza. Sul tema delle estrazioni petrolifere e del Pozzo Pergola 1, avrei ascoltato le opinioni di tutti e mi sarei aperto al confronto, come sempre. Ma tutto ciò mi è stato impedito ed è stato impedito a tutti i relatori presenti. Sono davvero molto dispiaciuto».
Bollare le contestazioni non-violente per mancanza di democrazia e confronto, è come zittire chiunque faccia notare l’ipocrisia portando avanti solo il pensiero unico.
Ebbene sì! In un paese normale, la contestazione popolare accade quando in campagna elettorale si dicono delle cose e poi se ne fanno delle altre, come nel caso di avatar Pittella, degno rappresentante del Mastrota del politica, Matteo Renzi.
I cittadini devono sorvegliare gli eletti soprattutto in Basilicata, dove da 20 anni si continuano a prendere in giro i cittadini riguardo le trivellazioni.