Ieri si è tenuto a Commissioni Riunite (Cultura e Telecomunicazioni) della Camera il seguito dell’audizione dei componenti di AGCOM e del Presidente Angelo Cardani sul regolamento in materia di tutela della proprietà intellettuale sulle reti di comunicazione elettronica, emanato dall’Autorità lo scorso dicembre.
Nel nostro intervento abbiamo denunciato la tardività con la quale le audizioni si sono svolte, nonostante una richiesta partita proprio dai Portavoce alla Camera già nel mese di novembre, e considerato che l’AGCOM ha già approvato il 12 dicembre 2013 senza che il Parlamento fosse informato o consultato sul testo del regolamento stesso. Questa è stata la dimostrazione del disinteresse dell’Autorità verso il luogo nel quale si dovrebbe discutere dei diritti dei cittadini, vale a dire il Parlamento!
Si tratta di un regolamento che l’Autorità ha deciso di emanare pur in assenza di una chiara legittimazione sulla base delle norme vigenti e che, come evidenziato in diverse circostanze dal M5S e da autorevoli giuristi ed associazioni di settore, rischia di incidere sugli spazi di libertà in rete.In termini di trasparenza non si comprendono, quindi, le ragioni per le quali l’Autorità, come ha confermato oggi il suo Presidente, non intende rendere noti i pareri (o meglio le opinioni) dei 15 giuristi che l’Autorità ha raccolto sul tema della propria competenza in materia.
Il M5S non intende certo favorire forme di pirateria sulla rete internet e considera la tutela della proprietà intellettuale come un valore da garantire, ma non è con strumenti come il regolamento emanato dall’AGCOM che si contrastano tali fenomeni. Non è un caso se l’Autorità è l’unica che a livello europeo ha emanato un regolamento del genere (pur essendo la direttiva che la legittimerebbe vigente naturalmente in tutta Europa). Strade alternative di contrasto come il follow the money andrebbero piuttosto incentivate e sviluppate. Nel corso dell’audizione abbiamo altresì, evidenziato le gravi lacune di merito che caratterizzano il regolamento.
Insufficienti sono state le risposte sui costi e le risorse destinate da AGCOM alle procedure. E’ certamente, vero che AGCOM si autofinanzia con i contributi degli operatori ma non per questo la stessa Autorità è autorizzata o può sentirsi autorizzata a non rendere conto in termini di trasparenza di come spende le proprie risorse. Abbiamo appreso nel corso dell’audizione odierna che l’Autorità ha affidato una consulenza alla Fondazione Ugo Bordoni per implementare la procedura e ci chiediamo: forse AGCOM non ha al suo interno le professionalità adeguate a gestire la procedura amministrativa che ha elaborato?Nonostante l’audizione di oggi diversi aspetti del regolamento rimangono ancora oscuri e il M5S non mancherà di far sentire la nostra voce in proposito in tutte le sedi competenti!
L’auspicio è che il Parlamento possa presto discutere la la nostra proposta di legge in materia, presentata e che la competenza a vigilare e sanzionare le violazioni del diritto d’autore in rete, ritorni in via esclusiva alla magistratura in conformità al disegno costituzionale. Continueremo a viligare sull’applicazione del regolamento da parte di AGCOM e non mancherà di far sentire la nostra voce se il regolamento dovesse tradursi in uno strumento per calpestare i diritti fondamentali dei cittadini in rete.
Qui il video del mio intervento: