Sono stata recentemente nominata Presidente della Sezione Bilaterale di Amicizia Italia-Repubbliche Baltiche (Estonia, Lettonia, Lituania), un organismo nato per favorire la collaborazione tra i paesi, attraverso contatti e occasioni di confronto con politici e diplomatici e lo scambio di opinioni, idee e soluzioni sulle diverse questioni di interesse. Per questa ragione la mia visita in Estonia dello scorso fine settimana è servita ad intraprendere i primi passi verso la collaborazione tra l’Italia e i parlamenti dei paesi baltici. L’occasione è stata propizia, inoltre, per conoscere l’ambasciatore italiano in Estonia, Filippo Formica, di origini lucane.
Insieme ai colleghi portavoce Giuseppe Brescia, Valentina Corneli e Francesco Forciniti, abbiamo seguito le elezioni parlamentari del paese visitando diversi seggi elettorali e presidiando allo scrutinio. Di particolare interesse l’analisi del meccanismo del voto elettronico che proprio in Estonia vanta un’applicazione su scala nazionale con il 45% dei voti che a queste ultime consultazioni è stato espresso online, da casa propria o attraverso urne virtuali, messe a disposizione nei giorni che hanno preceduto l’apertura di quelle tradizionali. Per l’e-voting in Estonia non è necessaria la tessera elettorale ma occorre una carta d’identità digitale, un dispositivo per la lettura della stessa, un computer, una connessione a internet e il software per esprimere il voto. Una volta scelto il proprio candidato, i dati personali vengono rimossi per garantire l’anonimato della preferenza e il voto viene “impacchettato” per mezzo della crittografia. Solo il comitato elettorale che procede allo spoglio è in possesso di una chiave che permette di decriptare e leggere il voto ma non l’identità di chi lo ha espresso. Nei giorni precedenti alle elezioni, il voto online può essere cambiato e ci si può sempre recare alle urne per confermare il voto in forma cartacea, un accorgimento adottato per evitare che la preferenza sia indotta o frutto di coercizione.
Al di là dei temi di natura tecnica, il voto elettronico non è solo un sistema di conteggio, ma l’apice della digitalizzazione di un intero Paese. Basti pensare che la legislazione estone ha dovuto equiparare la firma digitale a quelle fisica per permettere a ogni cittadino di avere un’unica identità digitale.