L’autocelebrazione del premier Matteo Renzi, che in questi giorni si sta consumando nelle principali città del nostro Paese, è una vera e propria pantomima. Un tour dell’esecutivo basato sull’autoreferenzialità del nulla. Il governo – nel goffo tentativo di recuperare terreno dopo lo scandalo trivellopoli – sta tentando di attestarsi il merito di finanziamenti già previsti da tempo. Come ad esempio è accaduto lo scorsosabato quando Renzi ha tagliato il nastro di un viadotto siciliano già inaugurato nel 1975, piuttosto che l’annuncio di uno stanziamento di 2,5 miliardi per la ricerca, in diretta televisiva nel corso della trasmissione l’Arena, nonostante questo fosse già compreso nel bilancio del Miur da parte del Governo precedente. La tappa di Matera non invertirà la tendenza. Le risorse annunciate dal Premier per il Mezzogiorno derivanti da fondi europei, sono state infatti ridotte in maniera cospicua, passando dai 58 miliardi di euro previsti inizialmente ai soli 12,8 miliardi di euro attuali. A Matera si assisterà dunque ad una farsa con la complicità di Pittella: una firma e un “patto” su qualcosa che è già dovuto alle Regioni solo per ragioni di mera propaganda.
La risposta alle false promesse del Governo arriva dalle piazze delle città in cui Renzi si è recato. A Pisa hanno manifestato l’associazione vittime delle banche, i comitati delle case popolari e gli studenti. A Reggio Calabria erano presenti sindacati e lavoratori. Stamattina a Firenze non sono mancate le contestazioni per il caso Banca Etruria.
I lucani ed i materani, con il voto del 17 aprile sulle concessioni petrolifere – unica regione ad aver raggiunto il quorum sul referendum abrogativo – hanno già espresso un chiaro segnale al governo del PD che certamente sarà riconfermato al referendum sulla costituzione di ottobre e definitivamente con le elezioni nazionali.
Mirella Liuzzi – Portavoce M5S alla Camera