Domenica 6 ottobre ho partecipato ad un incontro pubblico organizzato dagli attivisti del MeetUp di Castellaneta, in cui si è parlato dei pericoli delle trivellazioni nel Mar Ionio. Durante il convegno sono intervenuti rappresentati del Comitato Mediterraneo No Triv ed altri attivisti di associazioni ambientaliste esperti in materia di perforazioni petrolifere.
In questa occasione mi sono fatta “Portavoce di un Portavoce”, cioè del mio collega Vito Petrocelli, senatore lucano M5S della X Commissione al Senato che sta seguendo la tematica inerente i combustibili fossili. Ed è proprio al Senato che, per la prima volta, è stato udito l’Amministratore Delegato dell’Eni Paolo Scaroni, al quale sono state rivolte delle domande rigorosamente in forma scritta, così come richiesto dallo stesso raprresentante dei rapporti istituzionali di ENI. Già il mio collega Sibilia aveva ricordato i guai con la giustizia di Scaroni e il suo stipendio d’oro (QUI VIDEO).
Nelle domande (SCARICABILI QUI), abbiamo chiesto il perché dell’assenza di studi indipendenti sulle perforazioni petrolifere sul territorio nazionale da parte della “multinazionale a sei zampe”, scendendo in dettaglio sulle trivellazioni della Basilicata. Abbiamo posto anche domande sull’inquinamento delle falde acquifere, sul fraking e su tutte le conseguenze che derivano dall’attività estrattiva.
Il nostro compito nelle istituzioni, come Portavoce, è quello di trasformare le proposte in attività legislativa coinvolgendo i cittadini, comitati e associazioni. Per questa ragione lo scorso 25 giugno presso la Camera dei Deputati, abbiamo organizzato un Convegno intitolato “Diamola da bere ai petrolieri” per ascoltare tutte le associazioni ambientaliste ed alcuni giuristi per produrre una legge speciale a tutela della catena alimentare e delle acque (QUI VIDEO FATTO QUOTIDIANO).
Durante il convegno ho parlato anche delle due interrogazioni Parlamentari che ho presentato in Vigilanza Rai qualche settimana fa sui programmi tv “Petrolio” e “Linea Blu” (già approdondite in un altro post http://www.mirellaliuzzi.it/il-petrolio-piace-alla-rai/).
Queste interrogazioni non sarebbero mai partite senza le istanze arrivate dal territorio che rilevano, da parte dell’informazione, un trattamento speciale verso la tematica sempre più vicina al messaggio “il petrolio si, fa male, ma per le nostre tasche dobbiamo preservarlo”. Una storia che in Basilicata ci raccontano da sempre.
Ieri la Commissione ambiente della Camera dei Deputati è stata in missione al centro oli di Viggiano e da quanto dichiarato dall’ENI, pare che si tratti non solo del solito tuttappostismo, ma che addirittura ci sia “una diminuzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera (in particolare SO2 e NOx), e del gas inviato alla torcia” in cui “le attività produttive di Eni in Val d’Agri si integrano in modo sostenibile con l’ambiente circostante”!
Ci si può fidare del cane a sei zampe che non abbaia, ma che riduce a brandelli la nostra Regione?
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