In occasione del decreto Destinazione Italia, come M5S abbiamo presentato due emendamenti per la soppressione della norma inserita nella legge di stabilità per l’istituzione della webtax. Infatti, con il milleproroghe è stato fatto un passo indietro, posticipando l’entrata in vigore a partire dal 1° luglio 2014 “previa verifica di compatibilità con il diritto dell’Unione europea”.
In realtà gli uffici della Camera avevano già evidenziato l’incompatibilità con la normativa comunitaria in materia di libertà di circolazione di beni e servizi ed anche il portavoce del Commissario europeo per la Fiscalità Algirdas, Emer Traynor, si era espresso negativamente.
In pratica è solo una presa di tempo prima che l’UE bocci definitivamente questa norma voluta da Francesco Boccia.
Dato che non è stato possibile discutere gli emendamenti alla legge di stabilità causa ricorso alla fiducia, abbiamo pensato di presentare due emendamenti soppressivi nel decreto Destinazione Italia.
ART. 5
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
1-bis. In coerenza con le finalità del presente decreto volto a favorire l’ingresso in Italia di start-up innovative, il comma 33 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, è soppresso.
5. 48. Liuzzi, Nicola Bianchi, De Lorenzis, Dell’Orco, Spessotto, Catalano, Cristian Iannuzzi, Paolo Nicolò Romano.Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
1-bis. In coerenza con le finalità del presente decreto volto a rendere più attrattiva l’Italia per le imprese operanti nel settore dell’innovazione, il primo periodo del comma 178 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, è sostituito dal seguente: «L’acquisto di servizi di pubblicità on-line e di servizi ad essa ausiliari deve essere effettuato esclusivamente mediante bonifico bancario, postale o tramite carta di credito dal quale devono risultare anche i dati identificativi del beneficiario, ovvero con altri strumenti di pagamento idonei a consentire la piena tracciabilità delle operazioni e a veicolare la partita IVA del beneficiario».
5. 49. Liuzzi, Nicola Bianchi, De Lorenzis, Dell’Orco, Spessotto, Catalano, Cristian Iannuzzi, Paolo Nicolò Romano.
Già il principio è stato poco incoraggiante. I due emendamenti sono stati dichiarati inammissibili, nonostante la presenza di un altro pressoché identico del Presidente della Commissione Finanze Capezzone. Dopo un ulteriore ricorso (inaccettato!) e richiamo formale agli uffici, gli emendamenti sono risultati nuovamente accettabili e sono stati votati sabato 1 febbraio e respinti, come lo è stato anche quello di Capezzone.
Evidentemente gli appelli di Renzi non sono risultati sufficienti.
Destino diverso potrebbe avere l’emendamento 6.68 che chiede la mappatura delle reti con probabile riformulazione da parte del relatore.
Staremo a vedere.
Dopo il comma 5, aggiungere i seguenti:
5-bis. Al fine di elaborare soluzioni innovative volte a colmare il digital divide in relazione alla banda larga ed ultralarga e di conseguire una mappatura della rete nazionale in fibra ottica, l’Agenzia per l’Italia digitale, istituita con decreto-legge n. 83, convertito nella legge n. 13 del 2012, entro 6 mesi dall’entrata in vigore del presente decreto, identifica tutte le reti in fibra ottica di proprietà pubblica o privata, esistenti sul territorio nazionale, individuando separatamente le reti che risultano non utilizzate o parzialmente utilizzate.
5-ter. Le reti non utilizzate o parzialmente utilizzate, di cui al comma precedente, possono, tramite accordo con l’Agenzia per l’Italia digitale e il proprietario della rete, essere riservate all’utilizzo da parte delle organizzazioni che, in forme giuridiche diverse, svolgono attività di carattere sociale senza fini di lucro e che perseguono l’obiettivo di realizzare reti intranet pubbliche da destinare alla collettività senza oneri, anche economici e finanziari, per il soggetto proprietario e sostenendo le spese di ordinaria e straordinaria manutenzione.
6. 68. Liuzzi, Nicola Bianchi, De Lorenzis, Dell’Orco, Spessotto, Catalano, Cristian Iannuzzi, Paolo Nicolò Romano.